La Volkswagen finisce sotto inchiesta per un software che maschera la quantità di emissioni nocive delle auto.

17 Luglio 2017

Leggiamo sul Guardian che il gruppo automobilistico tedesco Volkswagen finisce sotto inchiesta in America poiche avrebbe da tempo un software che le permetterebbe di “mascherare”  le emissioni di ossido di azoto, mentre l’auto è in fase di test ufficiali prima della messa su strada.

Ovviamente con tale situazione, i “potenti” motori della Volkswagen possono, a parità di emissioni nocive (apparentemente), avere sicuramente performance superiori..

Bene bene, ora la Volkswagen è in guai seri. Il governo americano ha ordinato subito alla casa tedesca di richiamare circa 500.000 automobili dopo aver scoperto il sofisticato software che truffava le prove di emissione permettendo alle sue vetture di produrre fino a 40 volte più inquinamento di quanto consentito dalle ristrettive norme.

A scoprire quanto sopra è stata L’Environment Protection Agency (EPA), la quale attraverso la sua portavoce Cynthia Giles ha emanato un comunicato stampa davvero senza mezzi termini in cui cita testualmente: “In parole povere, queste vetture contenevano un software che si spegne controlli delle emissioni durante la guida normalmente e li si accende quando la macchina è in fase di test delle emissioni; Abbiamo prove che ci fanno presupporre la Volkswagen responsabile; “VW nascondeva i fatti all’ EPA, lo stato della California e ai consumatori. Ci aspettavamo un comportamento molto più corretto; l’Utilizzo di un sistema di manipolazione in auto per eludere gli standard di aria pulita è illegale e rappresenta una minaccia per la salute pubblica.”

Ci viene da dire:” e il rigore tedesco?”

La Volkswagen rischia una multa pesantissima  per la presunta violazione del Clean Air Act. La multa massima per le violazioni della legge ammonta a 37.500 dollari per ogni vettura in questione, il che potrebbe significare una multa massima possibile di 18 miliardi di dollari americani.

Ad ogni modo il Guardian ribadisce anche che dopo essersi confrontata con l’ EPA attraverso prove attestanti le reali emissioni di ossido di azoto, ha ammesso che le sue vetture hanno questo software “montato” a bordo. Interrogata direttamente però dalla stampa internazionale, reagisce con un classico “NO COMMENT”.