Bimbi in auto, 40% incidenti mortali e’ su brevi distanze

17 Luglio 2017

“Il 40% degli incidenti mortali che coinvolgono bambini – ha dichiarato Lucia Vecere, Dirigente Ufficio Mobilita’ e sicurezza stradale ACI – si verifica su percorsi inferiori a 3 km”. un dato allarmante, perche’ significa che molte persone sottovalutano l’importanza di assicurare il bambino agli appositi supporti di ritenuta soprattutto negli spostamenti piu’ frequenti, tenendolo perfino in braccio. Per questo Opel ha promosso un workshop di approfondimento coinvolgendo l’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze, l’Automobile Club d’Italia e le principali mamme blogger italiane. L’obiettivo e’ sensibilizzare l’opinione pubblica a partire da alcuni dati significativi: sei bambini su dieci non viaggiano su seggiolino e l’uso dei sistemi di ritenuta diminuisce del 50% per i brevi spostamenti in contesti urbani, dove invece si concentrano il 75% degli incidenti stradali. “Questi comportamenti errati – ha aggiunto Lucia Vecere – possono essere molto pericolosi. I bimbi devono viaggiare sempre allacciati su un seggiolino omologato, adatto al peso e all’altezza, perche’ i sistemi di ritenuta riducono il rischio di lesioni gravi fino al 90%”. Ma gli errori comuni legati ai comportamenti considerati sicuri dai genitori sono anche altri, come non allacciare le cinture di sicurezza o organizzare male l’interno dell’auto, con i giocattoli che vagano nell’abitacolo o gli oggetti lasciati sulla cappelliera, che in caso di frenata possono colpire gli occupanti.  Ma non e’ tutto “Al Trauma Center del pediatrico fiorentino abbiamo ampliato l’attenzione anche su nuovi fenomeni – ha commentato Leonardo Bussolin, Responsabile Trauma Center dell’Azienda ospedaliero universitaria Meyer – uno di questi e’ la cosiddetta ‘bye bye syndrome’, ossia il non accorgersi che il bambino e’ dietro o accanto all’auto, rischiando l’investimento alla partenza. Un modo per evitarla e’ premurarsi che il piccolo, se fa da spettatore alla partenza del genitore, sia sempre in compagnia di un adulto”. Tra le persone piu’ a rischio c’e’ chi fa un lavoro stressante, con orari non definiti e senza abitudini consolidate, cosi’ come chi si occupa del piccolo saltuariamente e non ha una routine da seguire nella cura del bambino. La sola strada percorribile sembra quindi quella di una maggiore attenzione alla prevenzione attraverso campagne di educazione che sensibilizzino alla guida sicura.