BMW Serie 2 Gran Tourer, 7 posti in salsa bavarese

17 Luglio 2017

Una monovolume con il doppio rene sulla calandra non si era mai vista, ma di tabù nel mondo dell’auto ne sono rimasti davvero pochi. A dirla tutta, prima della Serie 2 non c’era mai stata nemmeno una BMW a trazione anteriore, ma è meglio iniziare ad abituarsi visto che pure la prossima generazione della Serie 1 sarà spinta dalle ruote “sbagliate”.

Tuttavia, se si vogliono conquistare nuovi clienti in segmenti di mercato mai battuti prima, occorrono prodotti pensati appositamente. Così ecco le nuove Serie 2, Active Tourer e Gran Tourer, dove il cambiamento di nome spiega la crescita da cinque e a sette posti. Per avere questi due sedili in più – senza limiti di omologazione per quanto riguarda l’altezza ma realmente adatti solo ai bambini – ci sono voluti nove mesi di attesa, ma ora la Gran Tourer è pronta a debuttare sul mercato, con gli ordini che si apriranno il prossimo 6 giugno e prezzi a partire da 28.550 euro, vale a dire circa 1.500 in più della Active. Rispetto a quest’ultima è più lunga di 21 cm (di cui 11 di passo) arrivando a toccare i 4,55 metri, cioè solo 7 in meno della Serie 3 Touring, che però non ha il plus della terza fila di sedili (optional da 900 euro).

Anche l’altezza cresce, aggiungendo 5,3 cm, così da far arrivare la Gran Tourer alla soglia degli 1,6 metri. In altre parole, le due monovolume sono praticamente identiche fino al primo montante, da dove iniziano le differenze che portano anche a un aumento della capacità del bagagliaio: 645 litri in configurazione a cinque posti. Quanto ai motori, invece, la Serie 2 usa gli stessi del resto della gamma BMW, semplicemente ruotandoli di 90 sull’asse verticale. Partendo dai 3 cilindri, ci sono i 1.5 turbobenzina e turbodiesel da 136 e 115 CV (218i e 216d), poi si passa ai 4 cilindri due litri, sempre turbocompressi, delle 220i, 218d e 220d Xdrive, con rispettivamente 192,150 e 190. Non è un caso che le cilindrate e le disposizioni dei cilindri siano le stesse tra benzina e diesel, perché questi propulsori fanno parte della nuova famiglia di unità modulari che BMW ha sviluppato per condividere quanti più componenti possibili (40% a parità di basamento e 60% con lo stesso carburante). Anche la piattaforma su cui è sviluppata la Gran Tourer è modulare, tanto che viene usata anche per la Mini di nuova generazione e farà da base pure per la prossima Serie 1. Il resto dello sviluppo tecnico è quello certosino tipico della Casa di Monaco di Baviera, come dimostra il Cx – coefficiente di penetrazione aerodinamica – di 0,28 che contribuisce a tenere bassi i consumi e a contenere la rumorosità di marcia.

Inoltre, come da tradizione BMW, la lista degli equipaggiamenti è potenzialmente infinita, con primizie come l’app dedicata ai tablet dei sedili posteriori, che possono gestire direttamente i genitori dai posti anteriori per selezionare i contenuti da far vedere ai figli. Del resto, questa Gran Tourer è pensata espressamente per le famiglie numerose e lo si capisce anche dalla disposizione dello spazio a bordo, che non si limita solo al vano bagagli, ma anche a una serie di vani portaoggetti tipiche delle monovolume. Al volante, nonostante la scheda tecnica sia diversa dal resto della produzione dell’Elica, le sensazioni sono quelle tipiche di tutte le BMW: lo sterzo è preciso, i comandi sensibili e il comportamento stradale piacevolmente dinamico.