I cinesi non amano le auto elettriche

17 Luglio 2017

nonostante il fortissimo sconto di 14 mila euro a macchina, gli automobilisti cinesi non acquistano auto elettriche. Il motivo?  ci sono pochi punti di ricarica.
Inoltre, oltre ai tassisti che guidano la rivolta, con un danno d’immagine devastante per l’amministrazione e per la casa produttruce delle Byd E6 elettriche,     anche i
clienti sono pronti a scendere in piazza per protestare.

E’ risaputo che i cinesi hanno delle proprie convinzioni e anche in fatto di auto nessuno sembra riuscire a convincerli a scegliere i taxi elettrici.

La spinta ecologica non è servita a nulla, così come l’allestimento particolare. Il governo allora ha deciso di usare la mano pesante e ha messo in campo
incentivi mai visti: l’equivalente 1,5 miliardi di dollari all’anno, uno sforzo enorme perché l’obiettivo è enorme: arrivare entro il 2020 al 50% del
circolante. Ma non basta. Molte province cinesi non ne vogliono proprio sapere di passare all’elettrico.Ne è un esempio quella di Shenzhen,
la città della provincia meridionale di Guangdong. Qui la rivolta è partita dai tassisti che continuano a preferire le classiche Volkswagen Santana
 a benzina alle famose Byd E6 elettriche. E non si tratta di esterofila perché le Santana nascono in Cina: il problema è che nessuno vuole un’auto
elettrica per la scarsa rete di ricarica e per il prezzo folle. Nonostante il maxi sconto di quasi 14 mila euro, una Byd elettrica alla fine costa
l’equivalente di 20 mila euro, contro gli 11 mila di una Santana a benzina… Con il parere negativo dei tassisti, gli utenti privati non accettano
a loro volta le auto elettriche in quanto il loro parere è molto sentito a differenza dell’europa.